Ciondolo Kardiophilax

Guerrieri e Dame, il costume dei popoli Sanniti

Kardiophilax

Conosciamo i Sanniti grazie ai reperti archeologici

I Sanniti non hanno lasciato documenti letterari che descrivano il loro assetto sociale, politico, economico, il loro ordinamento militare e le loro alterne vicende. Tale aspetto assume una particolare valenza per le genti dell’Alta Valle del Sangro, per le quali in assenza di documenti scritti, la fonte d’informazione pressoché esclusiva è rappresentata dai rinvenimenti archeologici e in primo luogo dall’esplorazione delle necropoli. La maggior parte delle informazioni in nostro possesso proviene dalla Necropoli di Campo Consolino dell’antica Aufidena (attuale Alfedena) con testimonianze archeologiche che vanno dal VII al III sec a.C.

Le necropoli restituiscono testimonianze di tessuti gioielli ed ornamenti

Il dato archeologico fornisce un quadro molto chiaro degli ambiti di appartenenza della popolazione e restituisce uno spaccato delle abitudini maschili e femminili soprattutto per quanto riguarda gli oggetti personali. Il clima freddo e la diffusione della pastorizia imponevano per lo più ai Sanniti l’uso di indumenti di lana (frammenti sono stati trovati in alcune tombe di Alfedena) e l’uso di contrassegnare le tombe femminili con un fuso suggerisce che la tessitura doveva essere una delle occupazioni principali delle donne sannite. Anche il lino era certamente conosciuto: a parte i riferimenti alla Legio linteata ed al liber linteus di Livio, residui di tale tessuto sono stati rinvenuti nelle tombe. La grande quantità di fibulae rinvenuta nelle necropoli  rivela che gli abiti dei Sanniti dovevano essere fermati e non cuciti, drappeggiati e ripiegati piuttosto che sagomati.

Il costume del guerriero e il kardiophylax

Quando si parla di ornamenti spesso si pensa solo alla sfera femminile ma non era propriamente così: anche il rituale nella preparazione del guerriero era complesso. Come dimostrano la statua del guerriero di Capestrano (VI sec. a.C.) e il vaso del Pittore della Libagione, rinvenuto a Capua, (IV sec a.C.),  l’uomo non si “vestiva” solo di armi ma anche di oggetti che servivano ad arricchire la figura quali: armille, grandi bracciali in bronzo da tenere sull’avambraccio, collari rigidi in metallo, anelli digitali, cinturoni https://www.artidealab.it/prodotto/catalogo/catalogo-prodotti/ciondoli/ciondolo-sannita-palmetta/, calzari in legno e cuoio. L’apparato era certamente completato da vesti in tessuto, in lino, cuoio o in pelle animale, che per la natura del materiale, si sono deteriorati nel tempo. Resta invece la panoplia, cioè l’armamento offensivo vero e proprio: punte di lancia, spade, pugnali, teste di mazza, giavellotti. Connesso al costume era la tipica corazza Kardiophylakes (ad Alfedena sono stati trovati circa 10 esemplari) Ciondolo chimera sannita piccolo composta da due dischi uniti da una bandoliera che sormontava la spalla destra e da una cintura, forse di cuoio, di allacciamento sul fianco sinistro. Salvo alcune eccezioni un “episema” compare sempre sui dischi corazza, incisa la figura di un animale a doppia protome per il quale la curva elegante del collo e della coda e i musi che si prolungano in una sorta di becco aperto giustificano il nome di “quadrupede fantastico a collo di cigno”. Sorreggono il corpo esili zampe, terminanti in una specie di ramponi.

L’abito e i gioielli femminili

Fin dalle epoche antiche le donne hanno rivolto particolare attenzione alla cura del corpo e all’abbigliamento, consapevoli di quanto importante fosse il proprio aspetto non solo per sottolineare il proprio status ma anche per aumentare il proprio potere di seduzione. Complesso e ricco appare il costume femminile sannita; seppur scarsi i documenti figurati costituiscono un punto di riferimento in tal senso, in particolare: il torsetto di Capestrano, il frammento di statuina di pietra da Agnone e un gruppo di bronzetti quali le offerenti femminili da Pietrabbondante, l’offerente da Bucchianico e la Dea Madre di Rapino. Tutti questi esempi mostrano, seppur in modo diversificato, un lungo abito stretto in vita da cinture di varia foggia e elementi quali mantelli o corpetti fermati sul petto o sulle spalle da fibule o coppie di fibule. Le donne indossavano anelli, generalmente semplici, braccialetti e collane d’ambra e pasta vitrea. Oltre a questi ornamenti ne indossavano uno del tipo chiamato châtelaine https://www.artidealab.it/shop/catalogo/linee-gioielli-artigianali/gioielli-linea-sannita/serie-chatelaine/ , un ornamento unico e particolare, consistente in una catena a vita di forma approssimativamente rettangolare, che aveva una sezione centrale costituita da maglia di ferro, con un certo numero di spirali metalliche da ambedue i lati, e da cui talvolta pendeva un disco di metallo, solitamente forato. Spesso ne pendevano amuleti e ciondoli, il cui suono era probabilmente connesso con riti magico-religiosi.

Il gusto e l’eleganza dei Sanniti

Tutti questi particolari ornamenti mettono in evidenza il gusto e l’eleganza delle donne del tempo. Anche per le donne, come nel caso degli uomini, i corredi e le suppellettili di maggiore pregio spettavano a pochi individui; il resto della comunità aveva uno stile di vita molto più sobrio, che si rispecchiava anche nelle sepolture. Ma non mancano nelle tombe più povere le fibule e gli ornamenti tipici delle donne, come quelli di pasta vitrea, ambra e pendagli fatti con conchiglie, bronzo o ferro.
Il ruolo delle armi per lo status maschile è rivestito per la donna dagli strumenti da lavoro, come i rocchetti ed i pesi da telaio per la lavorazione della lana e dei tessuti. Un aspetto comune ad entrambi i sessi è la toletta che nelle sepolture femminili è testimoniata da balsamari ceramici dalle varie forme, da ampolline in vetro, nettaunghie e auriscalpia (nettaorecchie) in bronzo, pissidi ossia contenitori per ciprie e terre. La cura del corpo è documentata anche nelle sepolture maschili dagli strigili,  in metallo con impugnatura che servivano per eliminare il sudore e la polvere insieme agli olii da palestra. Un elemento particolare per la durata dell’uso e la mutevolezza delle forme è invece il rasoio, utilizzato non solo per il taglio ma anche per la rifinitura della barba.
Ogni dettaglio contribuisce a delineare l’immagine della donna legata al bello, mentre quella dell’uomo legata alla forza, ma come in ogni regola che si rispetti c’è sempre una eccezione: nell’armamento maschile la presenza delle decorazioni connota l’importanza del guerriero, mentre la forza della donna sta nel suo ruolo di moglie, madre e lavoratrice.

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